La riserva naturale della Marcigliana si trova nella zona a nord-est di Roma, nel territorio compreso tra la via Salaria e Nomentana, sulla riva sinistra del Tevere.
Quest’area era chiamata dagli antichi romani “Latium Vetus” per la presenza di diverse città abitate da popoli Latini. Nel territorio del parco si trovano infatti i resti di Crustumerium, un insediamento che risale all’Età del Bronzo e alla prima Età del Ferro (X-IX sec. a.C.).
Tra la fine dell’epoca repubblicana e l’inizio di quella imperiale, in questa zona sorsero grandi ville rustiche che producevano grano, vino, olio e si allevava il bestiame. Nel medioevo, sulle rovine delle ville romane furono costruiti numerosi casali, spesso fortificati; tra questi ricordiamo il Casale della Marcigliana e quello della Cesarina.
Il parco è caratterizzato dalla presenza di torri medievali che avevano una funzione abitativa e di controllo del territorio. La più importante è la Torre San Giovanni, sorta sui resti di una villa romana e la Torre della Marcigliana, inglobata prima in un casale e successivamente nell’omonimo castello del XVI-XVII secolo insieme ad altre torri difensive. Nel parco sono inoltre presenti molti fontanili, un tempo usati per abbeverare gli animali.
Con i suoi più di 4.000 ettari, la riserva è costituita una parte di Agro Romano con un paesaggio di basse colline coltivate o destinate a pascolo, mentre le valli sono ricoperte da vegetazione a macchia, residuo di un vasto bosco di querce, cerri, farnie, roverelle, aceri, olmi e felci.
La fauna è pure molto ricca e varia: numerosi i mammiferi come volpi, faine, donnole, tassi e istrici e lepri italiche.
Tra i volatili sono da segnalare rapaci diurni e notturni come il gheppio, la poiana, il barbagianni, l’allocco e la civetta; altre specie presenti sono il picchio rosso maggiore e il picchio verde, la calandrella, la rondine, l’upupa e il gruccione. Negli anni ’90 è stato inaugurato il sentiero natura di circa 2.200 metri, oggetto di intervento di riqualificazione e messa in sicurezza al fine di renderlo nuovamente fruibile